Il 15 ottobre il Politecnico di Milano ha presentato i dati dell’eCommerce per il 2018. L’occasione è stata quella dell’Osservatorio eCommerce B2c, giunto alla 19° edizione. A stupire sono stati tanto i numeri sul mercato eCommerce in Italia e nel mondo – quanto i trend per singolo settore.
L’eCommerce globale vale 2.500 miliardi di euro. L’85% del totale viene da Cina (1.000), US (620) ed Europa (600); la penetrazione sul totale retail è rispettivamente del 18%, 17% e 10%.
In Europa, guida la classifica la Gran Bretagna (19,3%) seguita da Germania (15,2%) e Francia (13,7%), mentre la penetrazione è 6,5% in Italia e 6% in Spagna. Discorso ben diverso per la crescita del mercato e-commerce rispetto al 2017: in questo caso è proprio l’Italia a far registrare il tasso di crescita più elevato, con il +16%. A seguire, Spagna (+13%), UK (+11%), Francia e Germania (+9%).
La crescita del numero di eShopper nel mondo, spiega Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, è inarrestabile: erano 1.636 milioni nel 2016, sono 1.919 nel 2018 e saranno 2.522 milioni nel 2022.
In Europa sorprende che il 38% dei consumatori online faccia acquisti cross-country, ossia in un Paese diverso da quello di appartenenza. In Italia, i web shopper sono 23,5 milioni (+8% vs 2017): 17,8 milioni sono acquirenti abituali e 5,7M sporadici. Iprimi rappresentano il 92% della domanda e spendono mediamente 1.418€ l’anno, mentre i secondi coprono l’8% della domanda e spendono in media 385€ l’anno.
Ecco l’identikit dello eShopper italiano:
– il 63% ha un’età compresa tra i 25 e i 54 anni
– il 46% risiede al Nord, il 20% al Centro, il 34% al Sud e Isole
– il 54% è maschio
Questo il trend dei singoli settori, in Italia:
– la crescita più alta è quella dell’Arredamento, con il +53%
– segue il mercato dei Toys,+48%
– poi il Food & Grocery con +34%
– al quarto posto il Beauty al +31%
Infine, questi sono i principali settori per volumi d’affari:
– l’Elettronica vale 4,6 miliardi di euro (+18%)
– mentre l’Abbigliamento ne vale già 3 (+20%)
Quanto all’export, i prodotti dell’Abbigliamento sono i più venduti all’estero (60%); quelli dell’Arredamento e del Food & Grocery sono esportati in una misura del 5% e 3%, pur essendo i prodotti Made in Italy più richiesti fuori dai confini nazionali. Il paradosso si spiega con la ricerca, ancora in atto, del business model più efficace per soddisfare la domanda di questo tipo di beni, in primis in termini di logistica.